Una della caratteristiche che ogni investitore dovrebbe prendere in considerazione di qualsiasi titolo è la liquidabilità dello stesso. Un titolo deve poter essere venduto immediatamente per diverse motivazioni:
limitare le perdite
capitalizzare i profitti
disporre immediatamente della liquidità dell'investimento
Possono sembrare delle semplici regole ma vengono spesso disattese.
Opero in una zona dove sono proliferate banche di piccole e medie dimensioni e da sempre ho sempre consigliato di non comprare azioni delle stesse sopratutto se non quotate. Generalmente questo tipo di azioni sono vendute dalle stesse banche emittenti. Ma non sono quotate sul mercato regolamentato, e spesso si spaccia ciò per sicurezza, in quanto al riparo dalla speculazione. In realtà è esattamente il contrario!
La cronaca recente ci porta alle quattro banche fallite nel 2015. Tutti gli investitori che si ritengono truffati hanno acquistato strumenti finanziari non quotati. Ancora oggi non vi sono tracce legislative del decreto "salvarisparmiatori" dibattuto e combattuto con opinioni discordanti da tutta la comunità economica internazionale, e che comunque, nella fattispecie dei titoli azionari bancari coinvolti, prevederebbe un ristoro pari al 30%! Il 70% si è comunque "bruciato".
Quando si acquista un titolo non quotato è come se si stipulasse un contratto diretto con l'emittente. Il titolo non quotato ha generalmente un prezzo poco o per niente trasparente; valore che viene calcolato secondo algoritmi interni "ermetici".
Durante le crisi, mi sono ritrovato spesso con clienti che vedevano scendere il valore dei titoli regolarmente quotati posseduti sembrava che i titoli non quotati mantenessero un valore abbastanza stabile. In realtà il prezzo di facciata espresso dalla banca emittente era arbitrario e, dato che non c'era mercato, il titolo risultava invendibile con un valore reale praticamente pari a 0. Stesso discorso accadeva per i corsi obbligazionari. I prezzi delle obbligazioni bancarie non quotate sono spesso passate da 100 a 0 in una notte.
Titoli non quotati non andrebbero mai acquistati. Se tutti ci rifiutassimo di detenerli in portafoglio, i piccoli istituti di credito sarebbero costretti a quotarsi regolarmente sul mercato, migliorando la trasparenza di tutto il sistema bancario.
Ancora oggi si stima che fra obbligazioni ed azioni non quotate, nei dossier titoli degli italiani vi sono qualche decina di miliardi ancora, era doveroso l'accenno alla poca trasparenza ed ai rischi legati a questo tipo di titoli, difficilmente negoziabili prima della scadenza.
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